Inclusione e coesione: fare la differenza con la nuova certificazione sulla parità di genere UNI/PdR125.

Nel 2022 i progressi verso la parità di genere sono in fase di stallo e il rischio d’inversione si sta intensificando in un contesto di crisi stratificate: inflazione, pandemia, emergenza climatica, guerre ed esodi su larga scala.

L’occupazione femminile è più bassa laddove è più fragile la rete delle infrastrutture sociali oltre a considerare che il genere femminile è occupato il doppio del tempo nei lavori domestici rispetto a quello maschile.

Rispetto alla digitalizzazione, si nota una sotto rappresentazione delle donne nei settori a rapida crescita come quelli del Cloud Computing (14% della forza lavoro), AI (32%) e ingegneria (20%). Nelle materie Stem (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica), le donne rappresentano il 16% contro il 34% degli uomini.

Per colmare il gap di genere, le aziende possono fare la differenza con azioni concrete per sostenere l’inclusione.

Tra le misure della Missione 5 del PNRR (coesione e inclusione) è stata emanata la L. 162/2021 – Modifiche al D.lgs. n.198/2006 (codice delle Pari Opportunità), che istituisce la certificazione della parità di genere.
La Prassi di riferimento UNI PdR 125:2022 è un documento pubblicato da UNI, redatto dal tavolo di lavoro costituito dal Ministero delle Pari Opportunità per la certificazione di genere delle imprese.
Ispirata alla ISO 30415:2021, linea guida dell’inclusione, la UNI PdR 125:2022 per la parità di genere delle Imprese prevede la misura, la rendicontazione e la valutazione dei dati relativi al genere all’interno delle Organizzazioni.

Il documento individua sei aree d’indicatori, attinenti alle differenti variabili che possono contraddistinguere la tua organizzazione come inclusiva, quali:

1. Cultura e strategia;
2. Governance;
3. Processi HR;
4. Opportunità di crescita e inclusione delle donne in azienda;
5. Equità remunerativa per genere;
6. Tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro.

I KPI previsti permettono di valutare i gradi di maturità della tua e sono applicabili a seconda della dimensione aziendale: micro (1-9 dipendenti), piccola (10-49 dipendenti), media (50-249 dipendenti) e grande (250 e oltre dipendenti).
Per accedere alla certificazione è previsto lo score minimo del 60%: tale punteggio sarà oggetto di miglioramento attraverso il Piano Strategico Aziendale, che definirà gli obbiettivi di miglioramento.

Tra le attività che sono oggetto della  nostra consulenza per aiutarti nell’implementazione del sistema di gestione della parità di genere:

• La mappatura dei processi aziendali;
• L’elenco di leggi, norme e regolamenti applicabili, riferibili alla Parità di genere;
• Report monitoraggio KPI;
• Budget dedicato alle iniziative di Parità di genere;
• Piani formativi;
• Politiche Parità di genere;
• Piano strategico aggiornato;
• Comunicazione interna ed esterna;
• Coinvolgimento stakeholder.

Solo i certificati di conformità che riportano il logo di Accredia come Ente di accreditamento, e il marchio di UNI, insieme al nome dell’organismo di certificazione accreditato, consentono alle imprese di accedere ai benefici fiscali previsti dalle leggi in materia. Questo perché sono gli unici riconosciuti dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 29 aprile scorso.

Verifica con attenzione che l’organismo di certificazione che hai scelto  sia accreditato da Accredia, in base al Regolamento CE 765/08, per certificare secondo la UNI/PdR 125:2022.

Quali sono i vantaggi di questa certificazione?

Attraverso la certificazione sulla parità di genere, sarà possibile misurare e valorizzare il grado di gender equality della propria azienda, ottenere accesso a sgravi fiscali fino a 50.000 Euro e godere di un vantaggio nella partecipazione e posizionamento a bandi italiani ed europei.

Le aziende del settore privato in possesso della certificazione di genere, per il tramite del rappresentante legale, di un suo delegato o dei soggetti abilitati ad assumere gli adempimenti in materie di lavoro, inoltrano, esclusivamente in via telematica, apposita domanda all’INPS.
La domanda deve contenere le seguenti informazioni:

Come posso presentare le domande di ammissione e come posso misurarne il beneficio?

  • I dati identificativi dell’azienda;
  • La retribuzione media mensile stimata relativa periodo di validità della certificazione di parità di genere;
  • L’aliquota datoriale media stimata relativa al periodo di validità della certificazione di parità di genere;
  • La forza aziendale media stimata relativa al periodo di validità del certificato parità di genere;
  • La dichiarazione sostitutiva, rilasciata ai sensi del d.P.R. n. 445/2000, di essere in possesso della certificazione di parità di genere di cui all’articolo 46-bis del decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198, e di non essere incorsa in provvedimenti di sospensione dei benefici contributivi adottati dall’Ispettorato nazionale del lavoro ai sensi dell’articolo 46, comma 4, del medesimo decreto legislativo (si veda modello);
  • Il periodo di validità della certificazione di parità di genere.

L’INPS autorizza i datori di lavoro alla fruizione dell’esonero nella misura dell’1% dal versamento dei complessivi contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, fermo restando il limite massimo di 50.000 euro annui e l’eventuale riduzione qualora le risorse stanziate risultino insufficienti in relazione al numero di domande complessivamente ammissibili.

Il beneficio, parametro su base mensile, è fruito dai datori di lavoro in riduzione dei contributi previdenziali a loro carico e in relazione alle mensilità di validità della certificazione della parità di genere.

Scopri tutte le certificazioni aziendali volontarie e obbligatorie che puoi ottenere con il nostro supporto.

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